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I suoni delle campane: la storia, lo strumento

Il suono delle campane è una delle tradizioni musicali più antiche e più importanti della provincia. Sicuramente è tra le più diffuse, con decine di persone che esercitano ancora oggi tale arte. Dagli antichi statuti dei liberi comuni risulta che già nel 1200 - 1300 al suono delle campane spettava dare i segnali per scandire sia la vita religiosa che quella civile. Con l'andare del tempo il linguaggio delle campane si è arricchito, e si è consolidata la figura del campanaro, il "musico della comunità" a cui era demandato il compito di scandirne i momenti di aggregazione, di festa, di dolore, di pericolo. Due sono le tecniche per ottenere dei suoni. il primo è detto "a distesa" od anche "a corda", dove le campane vengono suonate usando le corde, così da ottenere una sequenza di rintocchi secondo delle determinate sequenze scalari. Per suonare "a distesa" occorre organizzarsi in gruppo , e le corde vengono tirate dalla base del campanile

giovani campanari alle corde nel campanile di Lallio (Bergamo)

 

qui sopra si vedono i meccanismi per agganciare il batacchio, ed una tastiera per cinque campane. Praticamente il campanile viene trasformato in un "enorme pianoforte" ed il campanaro suona picchiando sui tasti con i pugni.Sulla tastiera dell'allegrezza vengono eseguiti, per la maggior parte, dei motivi profani, tipo canti, musiche da ballo, musiche da banda, brani d'invenzione dello stesso campanaro. L'estensione delle melodie dipende unicamente dal numero di campane montate, che può essere di due, tre, cinque, otto, nove, dieci o dodici note.

Campanari alla tastiera.  
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