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Le campanine

( a cura di Valter Biella- ultimo aggiornamento agosto 2106)

Prima di salire sul campanile per suonare d'allegrezza occorre imparare i brani su di uno strumento "casalingo", su cui riprodurre i movimenti, che verranno poi ripetuti in maniera più ampia e vigorosa sulla tastiera del campanile. Per fare questo si fa uso di uno strumento conosciuto come "campanine". Queste sono una specie di xilofono, con i risonatori ricavati però da strisce di vetro, che poggiano su due corde tese all'interno di una cassa armonica, che viene poi chiusa con un coperchio.



le campanine: sopra aperte e sotto complete. Accanto alle campanine ci sono i due martelletti ricavati da tappi di sughero infilati in cima ad una molla piatta in acciaio. I martelletti si costruivano anche infilando sempre dei tappi in bacchette di legno, filo di ferro, strisce di canna. Lo strumento delle campanine era sempre costruito dagli stessi campanari, e sono da considerarsi uno strumento "povero", perché si faceva utilizzo di materiale di recupero. Su di questo cristallofono non vi sono i limiti imposti dalle dimensioni, come sulla cima del campanile, era quindi normale preparare strumenti con una estensione superiore alla necessità del campanaro di studiare solo su poche note. Con questo strumento si potevano così formare anche delle ridotte orchestrine con chitarra, mandolino, fisarmonica...


manoscritto del 1886 con disegnate le campanine, depositato nella Biblioteca "A. Mai" di Bergamo, Fondo Gaffurio

Allo strumento originale con i risonatori di vetro, oggi i campanari preferiscono usare strumenti utilizzando tubi di ferro, ottone o alluminio, o dei normali metallofoni, che sono più sicuri delle fragili campanine. Capitava di frequente infatti che nel bel mezzo di una sonata i vetri si rompessero o si staccassero dalle corde.
Guarda alcuni video sulle campanine:
01)  Giulio Donadoni suona le "campanine" di vetro. Prima musica
02)  Giulio Donadoni suona le "campanine" di vetro. Seconda musica
03)  Giulio Donadoni
suona le "campanine" di vetro. Terza musica

Costruire le “campanine"

Le campanine sono degli xilofoni con i risonatori ricavati da strisce di vetro intonati secondo una scala di modo maggiore, suonati con due martelletti. Costruirle non è difficile, anche se occorre un minimo di attrezzatura. Il materiale occorrente è: legno compensato di 
8 – 10 mm di spessore, spago, colla, chiodi e pezzi di vetro
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Innanzitutto occorre preparare la cassa, costituita dalla cassa armonica vera e propria, dal coperchio, dai piedini (che possono essere anche dei semplici feltrini) da due cunei di legno da usare alla fine per tendere le corde. Qui sotto ci sono le dimensioni per uno strumento già finito

Dopo la cassa si passa al coperchio. Questo a strumento ultimato dovrà essere avvitato sulla cassa stessa. Finita la scatola si preparano i risonatori, che come ho già detto si ricavano da strisce di vetro, e questa è la caratteristica dello strumento bergamasco.
Innanzitutto si tagliano delle strisce larghe 40 – 45 mm  e lunghe 25 cm circa. Si passa poi alla intonazione, la fase più delicata. Fate attenzione, sarebbe meglio indossare gli occhiali per proteggersi dalle schegge di vetro. La nota desiderata si ottiene rompendo piccoli frammenti dagli estremi. Man mano che le strisce si accorciano la nota cresce fino a quando si arriva a ciò che si è desiderato. Occorre spaccare piccoli frammenti alla volta perché si fa alla svelta a superare la misura e avere una intonazione crescente, a quel punto il risonatore e inutilizzabile, se non per qualche altro suono più acuto.  

Per facilitarvi il lavoro riporto alcune misure di massima:
nota SOL 4 – spessore 2 mm, lunghezza 170 mm
nota LA 4 – spessore 2 mm, lunghezza 165 mm
nota SI 4 – spessore 2 mm, lunghezza 153 mm
nota DO 5 – spessore 2 mm, lunghezza 150 mm oppure spessore 3 mm lunghezza 175 mm
nota RE 5 – spessore 2 mm, lunghezza 145 mm oppure spessore 4 mm lunghezza 190 mm
nota MI 5 – spessore 4 mm, lunghezza 180 mm
nota FA 5 – spessore 4 mm. lunghezza 175 mm
nota SOL 5 – spessore 3 mm, lunghezza 145 mm.

Finiti e accantonati i risonatori occorre pensare a come collocarli all’interno della cassa. Lo strumento tradizionale prevede che siano tirate due corde parallele, come fossero due binari, a circa 10 mm dal bordo superiore. Al posto delle corde si possono inchiodare due strisce di legno con sovrapposti dei cubetti di gommapiuma. 
Il rendimento migliore dal punto di vista sonoro si ottiene se i vetri vengono incollati nel punto chiamato "nodo".
I “nodi” sono i punti dove la vibrazione è minima se non zero, e quindi dove il suono non viene ammortizzato se il risonatore è appoggiato su qualcosa d’altro. Per trovarli si lavora in questa maniera: si appoggia il vetro finito e intonato su due striscie di spugna, così che possa vibrare liberamente. Si ricopre con della farina per la polenta o della segatura molto fine. Con una matita si picchia sul vetro fino a quando tutta la farina cade. Questa rimarrà solo in due punti, i “nodi” (vedi disegno sotto) :

Col pennarello segno questi punti sul vetro. Quando avrò finito di trovare tutti i nodi per ogni risonatore avrò trovato anche quanto sono distanti i due "binari" di supporto. Di conseguenza userò questa distanza per forare le teste ed infilare le corde, oppure ( se voglio fare una soluzione più "moderna") a che distanza tenere i bastoncini con sopra la gomma piuma. In pratica sarà un compromesso tra tutti i vetri intonati. Però più vado vicino alla misura dei "nodi" e più le campanine avranno un bel suono profondo.  Alla fine  si possono incollare i vetri, tenendoli separati 4 – 5 mm tra loro, usando della colla al silicone. Mettete meno colla possibile, perche rende i vetri "sordi". Dopo un giorno la colla sarà indurita. Chiusa la scatola con il coperchio mancano solo i martelletti per suonare. La maniera più semplice è di infilare due tappi di sughero affusolati a punta su due stecchi per involtini, oppure su due strisce appiattite ricavate dalla canna di bambù. Importante è che i martelletti siano leggeri e flessibili. L’ultima operazione consiste nell’infilare due cunei di legno sotto le corde in cima e in fondo dove ci sono le teste della cassa, così che le corde siano ben tese e i vetri si trovino in alto e non penzolanti sul fondo della cassa. Quando lo strumento non viene suonato sfilate un cuneo così che le corde non rimangano sempre in tensione, altrimenti un po’ alla volta queste divengono sempre più lunghe e poi bisogna sostituirle. Tutti questi problemi non ci sono se adopero la gomma piuma.

Buon lavoro.