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la piva ticinese

(a cura di Valter Biella - ultimo aggiornamento agosto 2016)


 la piva ticinese, una canna del canto è stata ritrovata in Val Verzasca, nel Canton Ticino in Svizzera.


Della piva ticinese ho fatto i rilievi con la radiografia e la fotografia, pubblicandoli in :
Valter Biella, "... a sonarem la piva e balarèm un po'... " -  Manuale di piva,  Associazione Cultura Popolare, Valle Verzasca (Canton Ticino - CH),  1992.
Il disegno è riportato anche in Valter Biella, "Il baghèt, la cornamusa bergamasca", Meridiana, Bergamo, 2000, alla pagina 128.

Nel manuale ho riportato i disegni a puro scopo divulgativo, era una mia curiosità. Il merito e gli studi sulla piva in Canton Ticino sono di altri ricercatori e non miei. La curiosità è scaturita dal fatto che diversi studiosi si ponevano il dubbio che la piva avesse o no il foro sul retro, in alto. I dubbi si sono risolti verificando direttamente. In effetti in alto, sul retro ma leggermente più in basso del foro sul fronte, è presente un buchino, di poco più che un millimetro. Però sembra fatto in tempi più recenti sfruttando la linea di una crepa e la traccia del legno è più chiara ( sembra quasi un buchino per appendere lo strumento). Dalla radiografia lo si vede chiaramente. Non può influire in nessun modo nell'impianto della cornamusa, che perciò non aveva il foro alto sul retro.
I bordoni sono andati persi. Una interessante testimonianza iconografica è riportata da Antonio Vanoni ( qui sotto).
La canna del canto ha il foro del mignolo sdoppiato.
Disegno e fotografie  © dall'archivio di Valter Biella.
Nella rivista Bloc Notes del 2003, Ilario Garbani parla della cornamusa in Canton Ticino.
Dalle indicazioni riportate nel sito www.zampogne.ch si arriva alla pubblicazione di Peter Metzger, "La Piva in Canton Ticino", Anuario da Gaita 2005, che riprende l'articolo di Ilario Garbani, ampliandolo
Karl Viktor Von Bonstetten, "Briefe über die Italienischen Ämter", Bummer, Kopenhagen, 1800 - 1801. Ristampato da Edizioni San Pietro Ascona, CH, 1982. ( titolo in italiano: "Lettere sopra i  baliagi ticinesi").
Riporta nel 1795  che a Prato Vallemaggia, "quando il miglio è asciutto, tutta la gioventù è invitata a danzare: si salta entro il miglio... Gli strumenti più comuni sono la cornamusa e il violino".
Giovanni Antonio Vanoni, nato a Aurigeno (oggi frazione di Maggia in Valmaggia, CH) nel 1810, scomparso nel 1886 è un pittore e decoratore ticinese. Tra le sue opere figurano anche 23 cartoni per il Presepio, tempera su cartone, datati 1883. Proprietà Museo Civico di Lugano.
La piva è raffigurata nel cartone denominato "Viaggiatori", di cm 78 x 48, e nel cartone "Pastore che suona la zampogna", di cm 106 x 49. La maniera di tenere lo strumento non è delle più ortodosse. Sul cartone "Pastore che suona la zampogna" disegna lo strumento in maniera inequivocabile, con il sacco e due bordoni. I bordoni hanno la campana chiusa. Meno preciso è  il cartone "Viaggiatori" che descrive il canto, il sacco, ma si distinguono con difficoltà i bordoni. Il particolare incredibile, che da una forte attendibilità al Vanoni, è la forma del canto, perchè il Vanoni riporta in maniera precisa gli anelli di stagno così come sono nella realtà dello strumento originale ritrovato in Val Verzasca.
Si veda: "Giovanni Antonio Vanoni  1810 - 1886 nel centenario della morte", Catalogo della mostra Cevio, Maggia, Aurigeno, 28 giugno - 31 ottobre 1986. Museo di Valmaggia, Cevio, 1986.
Alla pagina 164 la figura " Viaggiatori".
Alla pagina 168 la figura "Pastore che suona la zampogna".