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la piva dell'Appennino emiliano
( a cura di Valter Biella - ultimo aggiornamneto agosto 2106)
In
queste pagine ho inserito quanto sono riuscito a raccogliere su
bibliografia, disegni, link, appunti e quant'altro, sempre sulle
cornamuse in Nord Italia.
Parte del materiale è stato prodotto in prima persona o in un lavoro di
gruppo, altre informazioni e disegni sono stati messi direttamente a
disposizione da altri studiosi, in una ottica costruttiva di
interscambio di idee. Sono pagine aperte a qualsiasi contributo,
purchè supportato da lavori documentati. Se volete inserire del
materiale potete scrivermi qui:
valterbiella@baghet.it
Nel
caso qualcuno volesse utilizzare quanto è riportato qua sotto per fini
editoriali, ne deve fare
richiesta direttamente e unicamente all'autore stesso del
lavoro di ricerca, nel rispetto della legge sul Diritto d'autore. ( 1
- 2
)
Dove ho
inserito delle citazioni,
l'ho fatto nel rispetto dell'art. 70, Legge
22 aprile 1941 n. 633 (recante
norme sulla Protezione
del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio) il
quale dispone che «il
riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti d'opera,
per scopi di critica, di discussione ed anche di insegnamento, sono
liberi nei limiti giustificati da tali finalità e purché non
costituiscono concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera."
Tranne che per alcune pubblicazioni, la gran parte del
materiale citato
è in mio possesso. Se qualcuno vuole visionarlo per motivi di studio,
può tranquillamente scrivermi.
La
presenza delle cornamuse in Nord Italia
Fino
ad oggi i lavori di ricerca hanno potuto documentare la
presenza in Nord Italia,
almeno fino al XX secolo, di quattro tipologie di cornamusa:
la
Piva
dell'appennino, la Musa
che accompagnava il Piffero
nell'area consciuta oggi con il nome delle
4 Provincie compresa tra Pavia,
Alessandria,
Genova e Piacenza, la Piva
suonata in
Canton Ticino (Svizzera) ed il Baghèt
o Pia
bergamasco
Questa pagina è dedicata alla musa e al piffero. Qui
invece si va alla pagina dedicata alla piva ticinese
queste
sono le uniche testimonianze che hanno un valore scientifico
documentato. Ultimamente, nel mondo del folk-revival, sono comparse
alcune riproposizioni e ricostruzioni di cornamuse basate su ipotesi,
studi e indicazioni spesso insufficienti, se non del tutto inventate,
come cornamuse venete, piemontesi, occitane, medioevali ... e delle più
fantasiose forme...
la piva,
presente nell'area dell'Appennino piacentino e
parmense.
|
Schema
descrittivo della Piva
dell'appennino emiliano, con
le sue diverse parti |
| "Fondazione Museo Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio - Parma.
Piva dell'Appennino appartenuta a Lorenzo Ferrari di Varsi ( Val Ceno, Parma. 1914 - 1998). Numero d'archivio A 15 e canto A 16.
Montata completa nella bacheca del "Ferrari", costruita dallo stesso Ettore Guatelli con materiale di recupero.
(© foto V. Biella - gennaio 2012) |
|
Aldo
Ambrogio, Natale: la
piva, i pivari, il presepio, in "La scure", 25
dicembre 1927
|
|
Enrico
Dall'Olio, "L'ultima
cornamusa - resiste al tempo sulle innevate cime della Val Parma",
Gazzetta di Parma, 24
maggio 1965. In questo
articolo per la prima volta si parla di una piva ritrovata, con lo
stesso autore che afferma:
"In
uno di questi paesini .. ha rivisto la luce in questi giorni... una
vecchia cornamusa. L'avevano da tempo relegata in soffitta...La
cornamusa che ci è capitata tra le mani e che invano abbiamo cercato di
suonare è legata ad una simpatica figura di montanaro che l'ha suonata
per hobby, allietando così di casa in casa, ogni paese..."
Nell'articolo
vengono citati due suonatori: il
"Ciocaia" di Mossale (una località di Beduzzo, frazione di
Corniglio in provincia di Parma), al secolo Giovanni Jattoni,
1869 - 1938, a cui apparteneva la cornamusa provata da Enrico
Dall'Olio, e tale "Blan"
di Pugnetolo
. |
|
In : "Farini . Antologia
- guida
turistica storica folcloristica e gastronomica edita dal Comune di
Farini (Piacenza) per celebrare il centenario della sua istituzione",
(Stampa Stabilimento Tipografico Piacentino, Piacenza, 1 giugno 1969) alle pagine 98
e 99 è riportato l'articolo di Gian Franco Scognamiglio
in cui viene citato il suonatore Luigi
Garilli e viene pubblicata la foto di Garilli, del
1 Gennaio 1969, mentre
sta suonando. La fotografia è di Gianni Gaudenzi di
Bettola ( 1935 - 2001). Riporta l'articolo:
"Le
note festose di una "piva" hanno dato il 1. gennaio 1969 il buon anno
agli abitanti ( ...) di Mareto. (...)
Era
il sig. Luigi Garilli, il nonno novantaquatrenne del paese, che nella
piazzetta davanti all'Enal soffiava nell'otre di pelle di capra fino a
gonfiarlo (...)
Il
sig. Garilli apprese l'arte di zampognaro da suo fratello quando
seguiva il bestiame al pascolo sull'Aserei: bisogna riandare al 1882 -
1885, quando aveva sette-dieci anni e anche lui era un pastorello.
"
'l sunerì" precedeva i cortei nuziali, accompagnava il ballo della
"Giga" e per Natale intonava, come i pastori d'Abruzzo, la ninna-nanna
davanti al Bambino. (...)
(...)
il sig. Luigi Garilli è (...) nato il 28 marzo 1875 (...). Suo padre si
chiamava Pietro e sua madre Giovanna Provini. (...) Nella sua vita ha
sempre lavorato la terra e da giovane si recava d'inverno in Lombardia
quale segantino, mondariso e tagliariso (...) Padre di cinque figli,
tutti viventi, abita a Mareto dove è nato"
(La
pubblicazione è disponibile preso la Biblioteca di Farini, ed è
archiviata in altre Biblioteche del
piacentino)
L'imagine
del suonatore è eloquente: il Garilli adoperava la mano destra per le
note acute e quella sinistra per le basse. Probabilmente sta
eseguendo una nota acuta adoperando una posizione semichiusa: tiene
abbassato l'indice in alto, aperti anulare e medio della destra, e
contemporaneamente chiusi i fori della sinistra per le note basse.
La posizione delle mani è contraria a quella usata da Arnaldo
Borella e Lorenzo
Ferrari. Esiste una
foto d'epoca che ritrae il fratello Domenico Garilli (foto
di Antonio Chiappelloni)
in cui però Domenico tiene in mano
lo
strumento in maniera opposta al fratello Luigi Garilli. La fotografia
di Gianni Gaudenzi del 1969 immortala il Garilli che suona senza apparente
difficoltà, alla venerabile età di 94 anni. Evidentemente le ance
montate erano morbide, anche se il suonatore poteva essere facilitato dal fatto
che il bordone maggiore non funzionasse. Si vede infatti la zampa da
cui fuoriesce che è arrotolata, impedendo il passaggio
dell'aria.
|
|
di Marcello
Conati, "Strumenti
e balli tradizionali dell'Appennino parmigiano",
in Bologna
Incontri del 1977, anno VIII, n° 2, alle pagine
21-22:
«
Lo
chiamavano Luma, ma il suo vero nome era Giovanni Consigli. Era di
Berceto e
faceva il muratore. Dicono fosse alto un metro e novanta. Di certo era
un tipo
allegro. Morì diversi anni fa. La specialità per la quale andava famoso
nel
paese era la fisarmonica, che suonava seduto, le gambe accavallate, con
due
cerchi applicati alla base dei pantaloni, cui erano applicati dei
campanelli che
faceva risuonare agitando ritmicamente i piedi.
Quando
a Berceto non era presente Bigiön da la piva – uno zampognaro di
Roccaprebalza che arrivava di solito per la festa di S. Antonio abate
(17
gennaio) e che per tutto il carnevale stazionava nell’osteria
principale del
paese (l’antica trattoria Agnetti, oggi scomparsa), assiso su un tavolo
con la
sua zampogna, a disposizione di quanti volessero ballare – il Luma
costituiva
per così dire l’unica “orchestra da ballo” disponibile in loco.
(...)
...molti
hanno
dimenticato quale ballo fosse mai la piva (la
piva suonata dal Luma sopravvive ancora nella memoria di un
fisarmonicista di
Berceto) »
|
|
Roberto
Leydi, La zampogna in
Europa, Autunno musicale, Como 1979.
Alle pagine 108-110 è
riportato un disegno sommario della Piva di Mareto (frazione
di Farini d'
Olmo, Piacenza) suonata
dai fratelli Luigi (1875 - 1974) e Domenico Garilli
(1869 - 1958), da cui ho ricavato questo schema
esemplificativo.
Di
Luigi Garilli parlava la pubblicazione del Comune di Farini, sopra
citata, inoltre si possono trovare informazioni sui fratelli Garilli
nel sito "Dove comincia l'Appennino" |
| in "Il Cantastorie" , Nuova serie n° 29 ( 48), Luglio - Dicembre 1979, dalla pagina 115 alla pagina 119 articolo "La Zampogna. Una mostra e concerti al XIII Autunno Musicale di Como" di Giorgio Vezzani. Alla pagina 116 è riportata la fotografia di Luigi Garilli di
Mareto mentre sta suonando la piva. Fotografia di Giorgio Vezzani. La
foto è stata scattata nel luglio 1969, nel corso di una ricerca sul
"Carlin di maggio".
Pubblicato per gentile concessione di Giorgio Vezzani. |
|
Bruno
Grulli, Uno
strumento
dimenticato - la piva dal carner, in "Il
Cantastorie", n° 30 (50), gennaio - giugno 1980. Alle
pagine 57-73.
Viene descritta la piva suonata da Giovanni
Jattoni ( 1869 - 1938, di
Mossale - Corniglio) detto "Ciocaia",
lo stesso suonatore dell'articolo di Dall'Olio. A pagina 61 è riportato
un
disegno a mano libera quotato del bordone maggiore, a pagina 62 un
disegno a mano libera quotato della canna del canto e del bordone
minore.
Da questi disegni e da altre informazioni ho ricavato questo schema esemplificativo
del
chanter, e questo
schema esemplificativo dei bordoni. |
|
Febo Guizzi, "Primi
appunti di ricerca sulla piva e sulla musa." Materiali per
il laboratorio di musica
popolare. Autunno Musicale a Como [Dattiloscritto dell'intervento]. 1981.
|
|
in "Gli strumenti della musica
popolare in Italia",
catalogo provvisorio della mostra promossa e allestita dalla "Civica
Scuola d'Arte drammatica di Milano" in collaborazione con il Museo alla
Scala, con il patrocinio del D.A.M.S. dell'Università di Bologna e
della Società Italiana di Etnomusicologia. Progetto, ricerca e
ordinamento di Febo Guizzi e Roberto Leydi. 1983 - 1984.
Alla pagina 49 è riportato:
-
Piva dell'Appennino, misure lungh.mm.ch. 375, bord M (3 parti) 788,
bord. m 323, provenienza non nota, ma presumibilmente Appennino di
Parma (Emilia), XIX sec. ( proprietà F.Guizzi) |
| Lo stesso catalogo della mostra citato qua sopra, è stato ripubblicato in: "Strumenti musicali e tradizioni popolari in Italia", a cura di Roberto Leydi e Febo Guizzi, Bulzoni Editore, Roma, 1985.
Nella
ripubblicazione sono state fatte delle aggiunte dovute all'ampliamento
della mostra. Alla pagina 335, oltre Piva di proprietà di F. Guizzi già citata
sopra, è stata elencata anche quest'altra piva: -
Chanter di Piva dell'Appennino, di bosso, con anelli (in parte
mancanti) di peltro, provenienza non identificata, ma Appennino
Parmense, lungh. mm 368 (Proprietà E. Guatelli) |
|
Bruno
Grulli, La
piva: la
cornemuse du Nord de l'Italie, in Modal, numero 5,
anno 1984, alle pagine 12-21.
Nell'articolo
viene descritto lo strumento. Alla pagina 16 è riportato un elenco di
suonatori tra quelli viventi, quelli di cui si hanno notizie certe e
quelli di cui si hanno informazioni frammentarie. A pagina
17 le fotografie dei suonatori Luigi Garilli, Arnaldo Borella,
Jattoni Giovanni, Borella e Ferrari. A pagina 18 due brevi brani con diteggiatura.
|
|
La Piva dal carner. Reggio Emilia. Ciclostilato in proprio. Il numero 1 è del maggio 1979. L'uscita non ha scadenze regolari.
Riporta la dicitura: "opuscolo rudimentale di musica e cultura popolare".
Si trova archiviata per la consultazione alla Biblioteca Panizzi di
Reggio Emilia, in copia alla Biblioteca Tiraboschi di Bergamo; è
inoltre depositata all'Istituto Peri di Reggio Emilia nell'Archivio
Vezzani.
Parla della piva dell'Appennino nei seguenti numeri:
n° 1, Maggio 1979, "La piva di Mossale: intervista con Jattoni Giovanni" (21 - 8 - 1978)", di Bruno Grulli, pagine 9 - 11. "Alla ricerca della Piva dal Carner nell'Appennino reggiano", pagine 12 - 15, di Bruno Grulli.
n° 2, Luglio 1979, "I disegni della piva di Mossale", pagine 3 - 7. "Il Ciocaia: un personaggio bruegeliano", pagine 8 - 12, di Bruno Grulli.
n° 3, Settembre 1979, "Ritorno a Mossale, 2 / 9 / 1979 ", pagine 3 - 5, di Bruno Grulli.
n° 4, Novembre 1979, "La piva di Mareto", pagine 7 - 8, di Bruno Grulli.
n° 5, Dicembre 1979, "Prima proposta per la ricostruzione della piva", pagine 6 - 13.
n° 6, Febbraio 1980, "Prima proposta per la ricostruzione della piva (2)", pagine 2 - 5.
n° 8, Maggio 1980, "Ritrovata a Montecchio la Piva di Blan?", pagine 29 - 30, 19 maggio 1980, di Bruno Grulli.
n° 12, Marzo 1981, pagina 2, fotografia dei suonatori Arnaldo Borella e Lorenzo Ferrari (foto C. Zavaroni). "La Piva di L.Ferrari", pagine 51 e 52. "Note varie sulla Piva (3°)", pagine 53 e 54 con la fotografia del suonatore Luigi Garilli, foto di Giorgio Vezzani del 30 luglio 1969.
n° 14, Maggio 1981, "Incontro con Arnaldo Borella e Lorenzo Ferrari", di Bruno Grulli, pagine 5 - 8, con fotografie di Arnaldo Borella, Lorenzo Ferrari e Claudio Piroli alle pagine 6 e 9. "La piva di Blan", pagine 12 e 13, con disegni dello strumento.
n° 17, Gennaio 1982, "Considerazioni sulla radiografia di due Pive emiliane", alle pagine 16 e 17; è
riportata la radiografia della piva di Mossale
(quella del "Ciocaia") e quella di Montecchio,
con descrizione.
n° 29, Ottobre 1989, articolo di Paolo Simonazzi in ricordo di Arnaldo
Borella, pagine 1 e 2, con foto del Borella a pagina 1 (foto C.
Zavaroni)
n° 30, Maggio 1990, "Le grandi fotografie in arrivo", fotografia a pagina 1 sul ritrovamento a Pellegrino Parmense il 23 luglio 1982 della piva che fu di Arnaldo Borella.
|
|
Presso la "Fondazione Museo Ettore Guatelli"
di Ozzano Taro di Collecchio (Parma) sono conservate 5 testimonianze
di pive. Tre complete con i seguenti numeri d'archivio: A 11, A 57 e A 15.
Due canne del canto: A
10 e A 16. A queste si aggiunge un segmento terminale di
bordone minore: A 12.
|
| in: "Actes du Symposium International
sur la Cornemuse", Le Haye, Pays-Bas, 17 settembre 1988.
Stampato a Utrecht nel 1989.
Da
pagina 50 a pagina 57, "Les
cornemuses de L'Italie du Nord", di Giuliano Grasso.
A pagina 54 la fotografia della piva suonata da Domenico e Luigi Garilli, di Mareto, frazione di Farini. Foto di Giuliano Grasso.
Per gentile concessione dell'autore, pubblichiamo la foto della piva dei Garilli | | Dalla rivista francese "Tradition Vivante" , n° 14, dicembre - gennaio 1988, Lorient, Francia.
Articolo di Giuliano Grasso su piva e baghèt: "Cornamuses solos en Italie du Nord", a pagina 8 e 9 | | in: "Canti e musiche popolari" a cura di Roberto Leydi, Electa, Milano, 1990.
Febo Guizzi: "Gli strumenti della musica popolare in Italia", da pagina 43 a pagina 56. A pagina 52 c'è la foto di Arnaldo Borella mentre sta suonando. Fotografia di F.Guizzi del 1980. |
|
Cristina
Ghirardini , Gli
strumenti musicali del Museo
Guatelli di Ozzano Taro,
Tesi di
Laurea in tre volumi, Università degli Studi di
Bologna, Facoltà di
Conservazione dei Beni Culturali, anno accademico 2001 -
2002.
Nella tesi sono riportate circa 400 schede descrittive
degli strumenti del Museo Guatelli. La tesi è depositata presso lo
stesso Museo. Le
cornamuse sono elencate nel secondo volume. La
dott. Ghirardini ci ha dato il permesso di riportare le schede
riguardanti le cornamuse conservate dalla Fondazione, e qui la
ringraziamo.
Questo
è l'elenco:
piva n°
d'archivio A 10
- piva n° d'archivio A 11
- piva n° d'archivio A 57
- piva n° d'archivio A 12
- piva n° d'archivio A
15
- piva n° d'archivio A 16
- otre
di piva - ance di piva |
|
Febo
Guizzi, "Guida alla
musica popolare in Italia - 3. Gli strumenti", Libreria
Musicale italiana, LIM Editrice, Lucca, 2002.
Alle
pagine 225 - 234 vengono descritte le cornamuse del Nord Italia.
In copertina Arnaldo Borella, suonatore di piva dell'Appennino emiliano
(1914 - 1989), originario di Borelle (Parma), fotografia del 1980 di
F.Guizzi. È una immagine diversa rispetto al volume del 1990, "Canti e musiche popolari" a cura di Roberto Leydi
Arnaldo Borella tiene in mano il canto con la sinistra per gli acuti, e
la destra per i bassi. La posizione è contraria rispetto al Garilli.
|
|
Cristina Ghiradini, Gli
strumenti musicali del Museo Ettore Guatelli di Ozzano Taro, In "Fonti Musicali Italiane",
n° 11, 2006. pagine 265 - 288. L'articolo è un riassunto
degli argomenti più importanti della tesi sopra
citata.
|
|
Sempre nel patrimonio della Fondazione fa parte una rara fotografia di
suonatori. L'immagine si trova nella "valigia del Ferrari" ed
è custodita nella stanza del "Fondo
documentario e librario di Ettore Guatelli" (proprietà della
"Fondazione Museo Ettore Guatelli"). Per gentile
concessione della Fondazione pubblichiamo sia il fronte che il retro
dell'immagine, che reca le indicazioni raccolte dallo stesso Ettore
Guatelli, con indicato la data "1935 circa". (In realtà la foto è del
1934, ed ha avuto ampia diffusione in diverse riviste; è di proprietà
dei famigliari di Borella)
Sia Arnaldo Borella che Lorenzo Ferrari tengono la mano sinistra per le
note acute, e la destra per le basse. Al contrario di Luigi Garilli.
Dal
2008 è depositato presso la Fodazione, per la consultazione, il disegno
della piva
A 57
con rilievi e misure, effettuato da Riccardo Gandolfi,
su due
tavole ( tavola 1 canto e bordone
minore - tavola 2 bordone maggiore) |
|
Riccardo Gandolfi, "L'antica musica che risuonava
nelle nostre valli: la piva" in "Quaderni della Valtolla"
Anno XII Dicembre 2010, ISBN 978-8887387-27-8, a cura del Circolo
Culturale Valtolla.
|
|
Della piva in piva in Val Trebbia e Val Nure parla il
sito "Dove comincia
l'Appennino".
|
|
a pagina
108 e successiva de: "Per la Val Baganza 2011",
(numero unico del Centro
Studi della Val Baganza, edito da Studio Guidotti, Riccò -
Parma, articolo e foto
di Enzo Bovaja) sono
riportate le indicazioni riguardanti un suonatore di Terenzo
(Parma), operante nei primi anni del '900, Ferdinando Sartori.
Cieco dalla nascita era solito passare il tempo accompagnandosi col
suono della piva. Nell'articolo compare la foto delle parti
rimaste dello strumento, che sono oggi in casa dei
discendenti Emilio e Luciano Sartori. |
| Grazie
alla disponibilità della "Fondazione Museo Ettore Guatelli"
di Ozzano Taro di Collecchio (Parma) pubblichiamo le foto e i disegni
delle cinque pive depositate presso lo stesso
museo con i seguenti numeri d'archivio:
fotografia piva n° A 11 - disegno piva n° A 11
fotografia piva n° A 15 - disegno piva n° A 15
fotografia piva n° A 57 -
disegno piva n° A 57
fotografia canto di pive n° A 10 e A 16.
- disegno canto n° A 16 - disegno canto n° A 10
Le foto sono © di V. Biella, i disegni © V. Biella e © R. Gandolfi.
Sono utilizzabili unicamente per fini di studio. Per la pubblicazione
occorre chiederci il permesso.
I disegni sono depositati presso la "Fondazione Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio (Parma) per la consultazione.
|
|
fotografia
della piva completa
suonata da Giovanni
Marchesi detto
"Tugnarèl" ( 1860 - 1951) e dal cugino Luigi Magistrati
detto "al Signùr di Ciapèi"
( 1856 - 1947), entrambi di Mezzano Scotti, frazione di Bobbio ( fonte
www.appennino4p). Oggi è di Ettore
Lòsini detto "Bani"
di Degara di Bobbio.
(Per gentile concessione di Ettore Losini)
- foto © di V. Biella
|
|
disegno della piva suonata da Giovanni Marchesi detto "Tugnarèl" (1860 - 1951) di Mezzano Scotti. Oggi di proprietà di Ettore Losini di Degara di Bobbio.
(Per gentile concessione di Ettore Losini. Copie del disegno sono depositate nel laboratorio di Ettore Losini).
- disegno © di V. Biella e grafico conicità © di R. Gandolfi
|
|
canto ritrovato a Farini d'Olmo.
Tutto il resto è andato perso. Oggi è di proprietà di Ettore Lòsini detto
"Bani" di Degara di Bobbio.
Ringraziamo Bani per la collaborazione offerta, sia per questa piva che
per quella del "Tugnarèl".
-
foto © di V. Biella
|
|
disegno del canto ritrovato a Farini d'Olmo. Oggi di proprietà di Ettore Losini di
Degara di Bobbio.
(Per gentile concessione di Ettore Losini. Copie del disegno sono depositate nel laboratorio di Ettore Losini)
- disegno © di V. Biella e grafico conicità © di R. Gandolfi |
|
Le Pive dell'Appennino Emiliano
nel Museo "Ettore Guatelli" di Ozzano Taro - Parma
di Riccardo Gandolfi, Ferdinando Gatti, Franco Calanca, Valter Biella.
Stampato nell' ottobre 2011.
Sono riportati i disegni e le descrizioni delle pive conservate alla "Fondazione Museo Ettore Guatelli"
di Ozzano Taro di Collecchio (Parma).
ISBN 978-88-88590-65-3
Il volume si può scaricare in PDF da
qui.
Copie dello studio sono depositate e
consultabili presso la fondazione stessa |
| le ance per la piva del Ferrari (n° archivio A15 e canto n° A16) conservata dalla "Fondazione Museo Ettore Guatelli" di Ozzano Taro di Collecchio a Parma.
(© foto di V. Biella - gennaio 2012) |
|
Canto di piva dell'Appennino emiliano, oggi di Donato Porta ( Medesano) discendente da una famiglia di suonatori di piva.
( foto e rilievi di © R. Gandolfi, disegno © V. Biella)
La descrizione dello strumento si trova in "Per la Val Baganza 2012",
(numero unico del Centro
Studi della Val Baganza, edito da Studio Guidotti, Riccò -
Parma, alle pagine 191 - 196), in un articolo di Riccardo Gandolfi e Valter Biella dal titolo " Tra Val Baganza e Val Taro continua il viaggio attorno alla piva".
Sempre
nello stesso numero della rivista, alle pagine 186 - 190 compare
l'articolo di Bruno Grulli e Paolo Simonazzi, dal titolo " La Piva in Val Baganza"
|
|
bordoni
di piva dell'Appennino emiliano appartenuti a Ferdinando Sartori,
suonatore di Terenzo (Parma) vissuto nei primi del 1900.
Qui si trova il disegno e qui la fotografia dei bordoni di Terenzo.
( foto e rilievi di © R. Gandolfi, disegno © V. Biella)
La descrizione dello strumento si trova in "Per la Val Baganza 2012",
(numero unico del Centro
Studi della Val Baganza, edito da Studio Guidotti, Riccò -
Parma, alle pagine 191 - 196), in un articolo di Riccardo Gandolfi e Valter Biella dal titolo " Tra Val Baganza e Val Taro continua il viaggio attorno alla piva".
Sempre nello
stesso numero della rivista, alle pagine 186 - 190 compare l'articolo
di Bruno Grulli e Paolo Simonazzi, dal titolo " La Piva in Val Baganza" |
|
"Le diciotto pive emiliane superstiti"
in "La piva dal carner", anno 34, n° 74 - ottobre 2012
le fotografie e i disegni di diciotto pive emiliane, tra quelle complete e quelle non complete
si può scaricare in PDF da: www.ilcantastoriemilano.info/articoli/
|
|
in "Per la Val Baganza 2013",
(numero unico del Centro
Studi della Val Baganza, edito da Studio Guidotti, Riccò -
Parma, alle pagine 246-248), un articolo di Bruno Grulli, dal titolo " La piva tra Cassio e Selva del Bocchetto"
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nella rivista internazionale di organologia "The Galpin Society Journal", Marzo 2014 , n° LXVII, studio di Riccardo Gandolfi, Valter Biella e Claudio Gnoli su: "A Comparative Study of Northern Apennine Bagpipes and Shwams". La rivista è stampata dalla "Galpin Society" di Edimburgo
( a chi ne fosse particolarmente interessato posso fornire, via mail, l'estratto che riguarda l'articolo)
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La "Piva del Carner" n° 6, luglio 2014
Con
un articolo di Daniele Bicego che confronta, attraverso grafici e
tabelle, il profilo interno di alcune pive. E un articolo di Ilario
Garbani sulla piva ticinese.
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